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venerdì 27 aprile 2012

Il potere della donna!

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La convinzione di molti uomini di rappresentare il sesso “forte” è involontariamente ironica e dimostra soltanto fino a che punto può arrivare l’inconsapevolezza di se stessi.

La forza fisica, è ovvio, non rappresenta che il livello più basso di ciò che chiamiamo “forza”; al di sopra di essa vi sono la forza intellettuale, la forza morale, la forza spirituale; e la forza in quanto tale, senza altra specificazione, è la sintesi di questi differenti aspetti.

Di fatto, la forza delle donne è incomparabilmente più grande di quella degli uomini; chiunque sappia osservare i fatti anche solo discretamente, non accontentandosi di restare alla superficie, se ne può rendere persuaso, attraverso innumerevoli esempi.

Ma, attenzione: dire che le donne sono, mediamente, assai più forti degli uomini, non significa esprimere un giudizio di valore, a meno di confondere il regno della quantità con la dimensione del qualitativo.

Quando mai una cosa si rivela eccellente per il semplice fatto di essere grande? Credere una cosa del genere, significa non possedere nemmeno un embrione di consapevolezza critica e lasciarsi trasportare dalle mere apparenze.

La forza tipicamente femminile è la forza lenta e paziente del toro, la forza della goccia d’acqua che scava la roccia, giorno dopo giorno, millennio dopo millennio; ci vorranno forse milioni di anni, ma alla fine essa riuscirà a spianare anche le montagne, a scavare il letto dei fiumi, a far emergere il fondo dei mari.

Lo sguardo femminile è penetrante, talvolta acuto, quasi mai limpido: sa vedere a fondo, ma, spesso, in una prospettiva falsa; per cui l’immagine che si forma nella retina è una immagine più o meno gravemente deformata dell’oggetto.

Se la donna sapesse concentrare al massimo gli effetti della propria forza; se fosse capace di mantenerla unita e compatta fino al raggiungimento della meta, senza dispersioni e senza confusioni: allora ben raramente troverebbe qualcosa o qualcuno capace di opporvisi o anche soltanto di resisterle.

Che cosa non sarebbe in grado di fare una donna, qualora riuscisse a individuare con chiarezza lo scopo da raggiungere e fosse in grado di convogliare tutte le proprie forze nel suo perseguimento, senza lasciarsi deviare e senza lasciarsi confondere?

Ma il suo sguardo non è limpido: le fanno velo la sua insicurezza, la sua estrema sospettosità, la sua scarsa stima e conoscenza di sé, la sua tendenza a giudicare cose e persone secondo modalità epidermiche, emotive, irriflessive.

Intendiamoci: ella possiede doti di intuitività notevolissime; ma commette l’errore di fidarsene troppo, di assolutizzare ciò che le dice l’intuito; di non saper operare un giusto equilibrio fra la propria parte razionale e quella emozionale.

Moltissime donne credono così poco in se stesse, che basta guardarle storto, o meglio, non guardarle affatto, per mandarle completamente fuori centro: subito vanno in crisi e cominciano a interrogarsi (iniziando con l’interrogare lo specchio) per cercar di capire cosa ci sia che non va in loro, dove stiano sbagliando.

È questo che le bambolone alla Nicole Kidman, col loro metro e settantanove (più altri dieci centimetri di tacchi), non riusciranno mai a capire; mentre Liz Taylor, dall’alto del suo metro e cinquantasette, sapeva essere infinitamente affascinante; e nessuno si accorgeva della sua piccola statura, né lei aveva bisogno di esagerare con i tacchi, perché la sua femminilità era talmente straripante, da far dimenticare tutto il resto.

E un’altra cosa: le donne di due o tre generazioni fa CANTAVANO; cantavano, vogliamo dire, abitualmente, mentre sbrigavano le faccende di casa; e Dio sa se ne avevano, di lavoro da sbrigare, con tutti quei figli dei quali occuparsi. Una persona che canta tra sé e sé, per abitudine, mentre svolge il proprio lavoro, è una persona che ha il cuore sereno.

L’uomo e la donna non sono due semplici, occasionali compagni di viaggio: sono due mondi complementari che, per realizzarsi, hanno bisogno di penetrare a fondo l’uno nell’altro, di sondare l’uno il mistero dell’altro.

Sì, perché vi è un mistero al fondo della loro relazione, così come vi è un mistero al fondo di ogni vita umana: un mistero che solo chi ha lo sguardo limpido su se stesso, è degno di scorgere in tutta la sua bellezza.

Care amiche donne da anni mi occuppo di aiutare le donne a tirare fuori da dentro di esse quella forza imensa che ci appartiene fin dalla notte dei tempi la vera magia siamo noi donne.